Di Tanno Associati, con un team composto dal Partner Ottavia Alfano e dai Senior Associate Rosamaria Nicastro e Stefano Cacace, ha ottenuto un importante successo in un contenzioso dinanzi la Corte di Cassazione che ha riconosciuto con un’ordinanza esemplare il principio del legittimo risparmio di imposta nell’ambito di contestazioni in materia di abuso del diritto.
La contestazione riguardava un’operazione di cessione di partecipazioni, precedentemente rivalutate, da parte di persone fisiche residenti ad una società italiana che ha corrisposto il relativo prezzo con i mezzi ottenuti a seguito del pagamento di dividendi già deliberati ed eseguito pochi giorni dopo la cessione delle partecipazioni e per un importo equivalente al corrispettivo.
La Corte Suprema, accogliendo la tesi del contribuente, ha valorizzato gli elementi costitutivi dell’abuso del diritto affermando la insussistenza dello stesso in presenza del legittimo risparmio di imposta.
Con l’ordinanza n. 24839 del 6 novembre 2020 la Suprema Corte ha censurato la sentenza dei giudici di merito i quali avevano ritenuto sussistente l’abuso del diritto esclusivamente a motivo del conseguimento del risparmio di imposta da parte del contribuente senza minimamente valorizzare le finalità economiche che avevano determinato l’implementazione dell’operazione.
I Giudici di Legittimità, nel ribadire la libertà di scelta riservata al contribuente tra le diverse operazioni alternative per perseguire una determinata finalità, affermano che la sussistenza dell’abuso del diritto va ricercata in quelle fattispecie ove il risparmio di imposta rappresenta l’unico obiettivo dell’operazione posta in essere.
Con la menzionata pronuncia, la Corte di Cassazione fornisce un’interpretazione chiara e motivata del perimetro dell’abuso del diritto e dei principi sottostanti destinata a rappresentare un orientamento importante.