L’emergenza epidemiologica ha reso necessari alcuni interventi in materia tributaria che includono, fra le altre cose, superbonus nel comparto real estate e crediti a favore delle nuove tecnologie e dell’industria 4.0.
Ne parla Monica Fontana, commercialista dell’omonimo studio.
Come valuta le misure anticrisi messe in campo fin qui dal Governo in materia fiscale? Sono state adeguate o servirebbe un intervento più strutturale?
Il Governo, in una prima fase, si è impegnato a sostenere la liquidità degli operatori economici per rispondere alle necessità più impellenti derivate dall’emergenza sanitaria. In questa fase le misure di carattere tributario hanno assunto un ruolo centrale, perché intervenire sulla fiscalità è un mezzo agile ed efficace per dare respiro al sistema Paese senza ostacolarne la crescita. Oggi invece, in una situazione in cui le imprese non fanno più utili, le misure di carattere fiscale stanno assumendo un ruolo secondario. È emersa la necessità per le imprese di ricevere crediti a lungo termine, ossigeno per questa ripresa: se gli Stati ricevono prestiti di durata trentennale, le imprese necessitano di crediti a 15-20 anni. Le borse si stanno già orientando verso titoli ciclici, dimostrando un’aspettativa di ripresa per i business tradizionali. Inoltre, sono necessarie riforme strutturali sia sui comparti della pubblica amministrazione, a partire dalla rivisitazione del Codice degli appalti, che lo sblocco delle grandi opere pubbliche, con gli impatti sull’economia e sui posti di lavoro che ne conseguono.
I provvedimenti dovrebbero riguardare indistintamente tutte le attività economiche e in particolare quei comparti che, più di altri, hanno avuto pesanti ripercussioni: tra questi i servizi di alloggio, ristorazione, agenzie
di viaggio, abbigliamento, le attività sportive e di intrattenimento.
Quali interventi di natura fiscale potrebbero agevolare le imprese e favorirne il rilancio?
I ristori hanno rappresentato una forma di sostegno per alcune attività, non un modo per rilanciare l’economia. Per quanto riguarda il real estate, sarebbe importante promuovere gli incentivi Superbonus anche oltre il 2022, pur moderando i vantaggi riservati al comparto edile. In questo contesto complesso le imprese hanno compreso come non sia possibile prescindere dalla
digitalizzazione e dalla spinta innovativa. La ripresa deve basarsi su una pianificazione strategia solida, strutturale, sostenibile e coraggiosa con una particolare attenzione all’industria 4.0 e alle attività di R&S, nonché agli investimenti nel capitale di rischio di startup e pmi innovative. In questo senso trova spazio con un’efficacia relativa il credito d’imposta per gli investimenti in attività di R&S, di digital transformation e della green transition. Più in generale, sarà fondamentale incoraggiare la combinazione di capitali pubblici e privati a sostegno dell’innovazione e adottare misure fiscali che diano nuova linfa alle imprese, con un opportuno riordino dell’Irpef e mediante un’ampia e reale rimodulazione del cuneo fiscale che grava pesantemente su tessuto imprenditoriale e lavoro.