La busta paga dei lavoratori dipendenti potrebbe subire molte novità nel nuovo anno con l’entrata in vigore della Manovra 2025. Al momento gli scaglioni sono tre, in base allo stipendio netto annuale:
- primo scaglione del 23% per redditi fino a 28mila euro
- secondo scaglione del 35% da redditi tra 28mila e 50mila euro
- il terzo scaglione del 43% oltre i 50mila euro
L’obiettivo del governo è alleggerire il peso fiscale del ceto medio, con un taglio dell’Irpef che ha l’effetto di aumentare lo stipendio netto mensile. Lo scopo sarebbe quello di abbassare di qualche punto percentuale il secondo scaglione Irpef, quello che attualmente interessa i redditi tra i 28mila e i 50mila euro.
Il taglio dell’Irpef è una tema dedicato, dato che necessità di ingenti risorse economiche da parte dello Stato. Sul tema ci sarà un Consiglio dei ministri il prossimo 30 agosto. Vediamo i dettagli della misura e cosa potrebbe cambiare per i lavoratori.
Table of Contents
Nuovo taglio Irpef: che succede alla busta paga e per chi scatta l’aumento
Nuovi tagli Irpef in arrivo? Questa sembrerebbe essere l’intenzione del governo per ridurre la pressione fiscale del ceto medio, aumentando lo stipendio netto. La misura consiste nella riduzione dell’Irpef per coloro che sono nel secondo scaglione: i lavoratori con RAL tra i 35mila euro e i 55mila euro.
Se la misura non entrasse in vigore, i lavoratori che percepiscono un reddito superiore ai 35mila euro perderebbero all’incirca 1.100 euro in un anno. Infatti a partire dal nuovo anno scade il taglio Irpef stabilito lo scorso anno.
Invece chi supera i 50mila euro all’anno potrebbe subire una tassazione del 43% anziché del 35% attuali.
Nuovo taglio Irpef: le proposte in campo
Il nodo del taglio Irpef riguarda, appunto, il secondo scaglione, quello che rappresenta il ceto medio. Adesso il ministro Maurizio Leo punta ad ampliare il taglio dell’Irpef includendo i lavoratori con stipendio annuo fino a 50.000 euro. Il tutto dovrebbe consistere in nuovi sgravi fiscali.
Nel 2024, per effetto della Manovra finanziaria, le aliquote Irpef sono passate da 4 a 3: è sparita il vecchio scaglione che prevedeva una tassazione al 25% sui redditi dai 15mila ai 28mila euro. La prossima Manovra finanziaria dovrà stabilire se se ripristinare lo scaglione o confermare quanto stabilito nel 2024. L’opzione più probabile è che il governo decida di ridurre di qualche punto l’aliquota Irpef intermedia del 35%.
Le risorse in campo
L’intenzione di confermare il taglio Irpef potrebbe essere ostacolata dalla concrete risorse economiche in campo. La “scommessa” del governo è il concordato preventivo biennale, a cui si può aderire fino al 31 ottobre 2024.
Soltanto se sarà possibile ritoccare le stime di spesa, potrebbe esserci spazio di manovra per rendere effettivo il taglio Irpef per il ceto medio.